Non è più una novità. Ormai la vacanza avventura è un fenomeno in costante crescita, quasi raddoppiato in due anni.
Cos’è la vacanza avventura? La vacanza avventura è tutto quello che non è rappresentato dal turismo di massa. Non è una crociera, non è una vacanza all-inclusive in un resort, non è la visita di una città lungo i suoi cammini classici, non è una gita in un parco tematico.
La vacanza avventura potrebbe essere un rafting lungo un fiume selvaggio, una spedizione alla scoperta di reperti archeologici, un trekking o un’arrampicata su una montagna incontaminata, fare volontariato in un villaggio o in una fattoria.
Insomma la vacanza avventura è quel tipo di turismo fuori dai soliti percorsi.
Sembra addirittura che questo tipo di vacanze abbia effetti benefici anche sull’ambiente e le comunità locali rappresentando una sorta anche di turismo ecosostenibile. Basti pensare, infatti, che le mete oggetto di queste vacanze sono fuori dalle rotte del turismo di massa e godono spesso di scarse infrastrutture.
I turisti diventano quindi sia fonte di guadagno per le comunità locali sia portavoce del loro patrimonio culturale e naturale, che altrimenti resterebbe semisconosciuto.
E hanno capito l’importanza della vacanza avventura Paesi lontano dal turismo di massa, in cui natura e cultura rappresentano un patrimonio enorme: Norvegia, Groenlandia, Nuova Zelanda o Slovenia per esempio.
Chi partecipa a una vacanza avventura? Il 47% dei turisti sono uomini, la maggioranza sono donne con il 53%. Molti sono laureati o comunque svolgono un’attività professionale, indice di una certa scolarizzazione e capacità di spesa di questi turisti avventurosi da non confondere con il fenomeno prettamente giovanile della vacanza zaino in spalla (backpacking).
In generale, il fenomeno delle vacanze avventure sta vivendo una crescita incredibile, con un incremento del giro d’affari stimato in +195% dal 2011, per la maggior parte disintermediato dalle agenzie di viaggio bensì organizzato da sé.