Sicuramente vi sarà capitato almeno una volta di trovarvi costretti a lunghe attese in aeroporto per via di ritardi pazzeschi al volo, se non addirittura a causa di una cancellazione.
Se vi piace pensare positivo, anche dopo attese lunghe ed estenuanti su una panchina, penserete che tanto dopo otterrete il rimborso.
In realtà dovrebbe essere così, soprattutto se l’attesa supera le tre ore… ma in 9 casi su 10 questo non capita.
Provate allora ad avviare la pratica di rimborso e incrociate le dita!
Se riceverete anche solo un soldo, sarete tra i pochi fortunati che ci riescono. In genere, infatti, se non altro in prima battuta, riceverete un susseguirsi di NO!
Le scusanti delle compagnie per non pagare i rimborsi dovuti sono le più disparate e fantasiose che si possa immaginare.
Stormi di uccelli migratori si sono abbattuti sull’aereo.
La ruota del carrello è forata.
Le porte interne non si chiudono.
I bagni sono fuori servizio.
C’è una congestione pazzesca sopra lo spazio aereo a noi dedicato.
Ovvero ogni scusa è buona per allungare il possibile tutta la trafila burocratica per ottenere il rimborso e scoraggiare il passeggero.
Questo è quello che sembra uscire da uno studio curato da flight-delayed.co.uk, associazione che affianca i passeggeri nelle richieste di rimborso. Lo studio evidenzia addirittura un paradossale peggioramento della situazione dopo che il 23 ottobre 2012 la Corte di Giustizia europea ha ribadito che i passeggeri dei voli che atterrano con ritardi superiori alle tre ore, «a meno di cause di forza maggiore o eventi eccezionali», hanno diritto a un rimborso economico tra i 250 e i 600 euro.
La sentenza per ora non aiuta, se è vero che secondo lo studio solo l’8,4% dei passeggeri viene realmente risarcito. Le domande di rimborso del restante 91,6% vengono respinte oppure ignorate.
I motivi del rifiuto del rimborso sono ovviamente tutti cause di forza maggiore ed eventi eccezionali fuori dal controllo delle compagnie. Il fatto è che in queste categorie di eventi le compagnie tendono a far rientrare qualsiasi cosa pur di non pagare. Dai bagni intasati ai portelloni difettosi.
Altro Consumo però precisa, a supporto dei consumatori, che più si va avanti e più si hanno probabilità di riscuotere l’indennizzo. Perché lo scopo che le compagnie vogliono raggiungere giustificando i propri ritardi con le scuse più assurde è proprio quello di sfiancare i passeggeri per farli desistere dalla pretesa del rimborso.
Insomma, anche se vi piace pensare positivo, se il vostro volo arriva in ritardo ricordatevi comunque di conservare il biglietto e di produrre una prova fotografica del ritardo, scattando una foto al tabellone dell’aeroporto. Meglio poi se riuscite a coinvolgere anche gli altri passeggeri del vostro volo in una “class action”: avrete più potere e più possibilità di essere ascoltati.
Non vi resta poi che aspettare…